domenica 15 aprile 2012

Hanami, i Ciliegi in Fiore

Hanami 花見 letteralmente significa “Guardare i fiori”; è una tradizione giapponese che consiste nell’ammirare i fiori di ciliegio, i famosi sakura 桜, durante la loro fioritura. Essendo un Paese che si sviluppa in latitudine più che in longitudine, in Giappone gli alberi di ciliegio fioriscono in periodi diversi nelle varie regioni: si inizia già a febbraio ad Okinawa e gli ultimi boccioli appaiono nell’Hokkaidō a maggio. L’importanza attribuita dal popolo giapponese a questo evento è testimoniata dai canali televisivi meteorologici che ogni anno si sfidano per indovinare i giorni in cui avverrà la fioritura nelle varie regioni del Paese. Da queste previsioni dipende gran parte del turismo giapponese, poiché le persone aspettano queste notizie per prenotare le loro partenze.
Questa è una tradizione centenaria iniziata nel periodo Nara (710-794), quando si ammiravano i fiori di pruno, ma dal successivo periodo Heian (794-1185) prevale il gusto per i fiori di ciliegio. Su questo cambiamento è stata tramandata una storia molto commovente: all'interno del Palazzo Imperiale di Kyōto (l'antica capitale) vi erano due grandi alberi chiamati "Sakon no sakura" (左近の梅, il ciliegio di Sakon) e "Ukon no tachibana" (右近の橘, l'arancio di Ukon). Originariamente al posto dell'albero di ciliegio c'era piantato un pruno. Durante il regno dell'Imperatore Murakami (946-967) quest'albero venne distrutto da un incendio. Un servo dell'Imperatore ordinò a sua figlia di donare il suo pruno preferito per rimpiazzare quello bruciato. Per esprimere il dispiacere nel dover dar via il suo albero preferito la ragazza scrisse una poesia che commosse a tal punto l'Imperatore Murakami che questi decise di restituire l'albero alla fanciulla e di sostituirlo nel cortile del Palazzo Imperiale con un albero di ciliegio. Da qui in avanti il fiore del ciliegio sostituì come immagine di bellezza poetica il fiore del pruno e quando si scriveva "hana" si aveva in mente il "sakura".

Il termine Hanami col significato odierno appare per la prima volta del romanzo Genji Monogatari, scritto intorno all’anno 1000 dalla dama di corte Murasaki Shikibu. Proprio in questa epoca, chiamata periodo Heian, la corte imperiale era solita organizzare feste durante la fioritura dei ciliegi e i sakura diventarono uno dei temi centrali della poesia giapponese. Inizialmente era una tradizione che apparteneva esclusivamente alla nobiltà, ma dal periodo Ashikaga anche i samurai impararono ad apprezzarlo e nel periodo Edo (1604-1868) tutta la popolazione si recava nei parchi per banchettare e divertirsi. I samurai in particolare si sentirono strettamente legati al fiore di ciliegio per via di una frase contenuta in una famosa opera teatrale del XVIII secolo: "Hana wa sakuragi, hito wa bushi" (花は桜木人は武士), ovvero "tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il samurai".

E’ importante però considerare che non sempre la fioritura dei ciliegi è stata vista come un evento positivo e benevolo. Infatti, benché oggi la fioritura dei ciliegi è vista come un simbolo di purezza, esiste una tradizione popolare che collega i fiori di ciliegio a episodi di morti cruente. Questo aspetto oggi non è molto conosciuto poiché dal periodo Edo l’Hanami è al centro della vita dei giapponesi e questa tradizione ‘negativa’ si è un po’ persa.

Tradizionalmente, la città di origine dei sakura è Yoshino e sappiamo che anche l’Imperatrice Jito (645-702) vi si recava per ammirarli.

Il sakura è l’emblema del Mono no Aware, la consapevolezza che tutto prima o poi finirà, una qualità estetica che ha stimolato la cultura giapponese per secoli. Infatti il fiore di ciliegio fiorisce, si mostra in tutta la sua bellezza ma in pochi giorni appassisce e cade dal ramo.
L’Hanami ha un’antica tradizione e ancora oggi, durante i giorni in cui i ciliegi sono in fiore, le persone si recano nei parchi per godere della compagnia dei sakura mentre si mangia, si beve, si canta e ci si diverte all’ombra degli alberi fioriti. Immancabili durante questo evento sono birra, sakè e i dango, tipici dolci giapponesi.

L’Hanami non si svolge soltanto durante il giorno: infatti nei parchi più grandi, come lo Ueno kōen di Tōkyō o il castello di Himeji, vengono accese delle lanterne per permettere alle persone di trascorrere del tempo tra i sakura anche durante la notte; questo viene chiamato Yozakura, “sakura di notte”.

La tradizone dell’Hanami è molto importante, ma molto spesso viene considerata soltanto un modo per fare soldi o per divertirsi; a testimonianza di questa tendenza, c’è un famoso proverbio giapponese che recita “花より団子 hana yori dango”, che significa “i dango piuttosto che i fiori”, a dimostrazione che la gente è più interessata a bere e a mangiare piuttosto che ai fiori, quindi più ai beni materiali che all’estetica. Nonostante si sia persa parte della tradizione antica, rimane un momento molto importante per la vita dei giapponesi. Non è soltanto un occasione di svago dalle pressioni lavorative, ma anche un’ottima opportunità per trascorrere del tempo con amici o parenti.

Di recente sta aumentando la popolarità di questo evento in tutto il mondo, soprattutto in Italia, dove in diverse città sono stati appositamente piantati alberi di ciliegio giapponesi. Uno degli appuntamenti che da qualche anno attira tutti gli amanti della cultura nipponica è lo Hanami al Laghetto dell'Eur, a Roma. Una atmosfera molto rilassante circonda gli alberi in fiore e tutti coloro che vi si recano. E' difficile prevedere con esattezza il periodo di fioritura dei ciliegi, ma le ultime due settimane di marzo in genere sono il momento migliore per organizzare un pic-nic alternativo.

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