lunedì 3 dicembre 2012

Viaggio in Giappone - Guida di Osaka

Osaka è il secondo centro più importante del Giappone, terzo come numero di abitanti dopo Tokyo e Yokohama.
Non mi soffermo sul lato sicurezza, Osaka come tutto il Giappone è una città sicurissima con criminalità quasi zero. E un consiglio: non ascoltate ciò che dicono gli abitanti della parte nord del Giappone riguardo la città, non è l'inferno...
Molti turisti considerano Osaka una meta secondaria, infatti spesso non viene inclusa nelle varie tappe del tour, ma credo sia un grande errore. E' vero forse che Osaka non colpisce il turista al primo impatto come potrebbe accadere per Tokyo, ma la sua anima è viva e credo più forte di quella della capitale. Infatti la mia opinione è che Osaka sia una città da vivere, non sono sufficenti quei 3-4 giorni per assaporarla appieno. Qualche giorno in giro per la città e potrete notare quanto i suoi abitanti siano più solari e vivaci. Ricordo che la prima volta che andai a Osaka qualche anno fa rimasi colpito proprio da questa loro caratteristica. Abituato ai ritmi di Tokyo, pensai subito che erano vere le 'leggende' sugli abitanti di questa città, ovvero (come spesso dicono gli abitanti di Tokyo) che sono persone rumorose e che parlano tanto. Non sto dicendo che gli abitanti di Tokyo sono muti e taciturni e quelli di Osaka più vivi, attenzione, ma in generale (voglio sottolineare le ultime due parole) a Osaka c'è un'atmosfera più rilassata tra le persone.
Una cosa che mi piace tantissimo di questa città è che si trova nel cuore dell'area del Kansai, e in pochi minuti di treno è possibile andare a Kyoto, Nara, Kobe, Himeji, Wakayama... 
Comunque, in tutto il mondo le zone meridionali sono più colorite e calde, si sa. E la stessa cosa vale per il Giappone. Tornando alla città, i luoghi di interesse turistico non sono molti; i più famosi sono il Castello di Osaka, la zona chiamata Dotombori, la Denten Town, l'area di Tennoji, Osaka e Namba. Ma ci sono molti posti piccoli e nascosti nella città che vi faranno respirare un'aria quasi da paesino di provincia, con le persone sconosciute che vi saluteranno e vi intratterranno (a patto di parlare giapponese o un po' di inglese) nel loro cordiale e simpatico Osaka-ben (dialetto di Osaka).
Cercherò di elencare i posti che più mi sono piaciuti, ma sono sicuro che ce ne siano tanti altri da scovare.
Iniziando dal simbolo della città, il Castello, luogo dove si è combattuta l'ultima battaglia che ha portato i tokugawa e Edo a governare il Giappone. Questa è una recente ricostruzione dell'originale e l'area intorno all'edificio è bellissima, c'è un grande parco dove i giapponesi vanno per rilassarsi, passare una giornata tranquilla, correre, portare i bambini o solo passeggiare.  Nella zona meridionale del parco sorge un santuario, Hokoku Jinja, dedicato a Toyotomi Hideyoshi, uno dei tre riunificatori del paese che ne ordinò la costruzione. Vicino al castello c'è un giardino con molti alberi di ciliegio, pruni e tanti tipi di fiori che in primavera e autunno offre uno spettacolo mozzafiato grazie alle fioriture che iniziano verso la metà di febbraio. Salendo verso l'edificio principale, si potrà ammirare anche uno scorcio molto bello e moderno, con dei grattacieli che scintillano al sole come specchi. Per entrare nel museo del Castello di Osaka si paga 600 yen, è aperto tutti i giorni tranne per il periodo di Capodanno (28 Dicembre - 3 Gennaio), dal mattino fino alle 17. In tutto il Giappone gran parte dei musei chiude proprio a quest'ora. Per arrivare, potete scendere alla stazione Osakajo-koen della linea Kanjosen, alla stazione Osaka Business Park della linea Nagahori Tsurumi-ryokuchi, alla stazione Tanimachi 4-Chome della linea Chuo o a Morinomiya, sempre linea Chuo. Io in particolare preferisco quest'ultima, perchè vi permette di accedere direttamente dalla parte più bella del parco. Per andare via invece vi consiglio la seconda, così da avere il contrasto tra antico e moderno.
Uno dei templi più importanti della città è il Tennoji, che da il nome anche alla circoscrizione dove sorge. Una visita in questo tempio è un dovere, così come lo è una visita nell'area circostante, ricca di stradine e piccoli negozi dove potrete anche gustare tipico cibo della zona a prezzi economici.
Osaka è stata completamente distrutta da varie guerre, soprattutto quelle del XX secolo, perciò è una città molto moderna. Spiccano lo Umeda Sky Building, un grattacielo che da lontano sembra un robot e che è accessibile fino all'ultimo piano, che non è al chiuso ma all'aperto! Qui si recano molti innamorati a lasciare dei lucchetti come simbolo del loro amore (un po' il Ponte Milvio giapponese!) e potrete godere di un meraviglioso panorama della città e, se il tempo ve lo permetterà, è possibile anche scorgere il ponte di Akashi, il ponte sospeso più lungo del mondo, che collega Kobe con l'isola di Shikoku. Un consiglio, andate al tramonto, così da poter ammirare la città che si accende e accompagnare il sole al tramonto. Per arrivare, basta una camminata di qualche minuto dalla stazione di Osaka o da quella di Umeda.
La stazione di Osaka è stata recentemente ricostruita, adesso è un vero gioiello architettonico, con negozi, ristoranti e molti punti informazione. Accanto all'ingresso principale potrete scorgere un orologio ad acqua che vi terrà impegnati almeno 15 dei vostri minuti in terra giapponese.
Dotombori è una zona commerciale, ci sono diversi viali pedonali coperti con centinaia di negozi di ogni tipo e ristoranti molto buoni. Scendete alla stazione di Shinsaibashi, linea Midosuji, e lasciatevi trascinare dalla folla, camminate, guardate, comprate, rilassatevi. Però attenti il fine settimana, c'è una grandissima folla e potrebbe risultare un po' scocciante se non amate trovarvi tra migliaia di persone in pochi metri quadrati... Qui c'è uno dei panorami più famosi della città, con la grande insegna della Glico e il canale, molto suggestivo di sera.
Sul lato opposto di Dotombori si trova l'Amerika-mura, una zona molto occidentalizzata (come tra l'altro suggerisce il nome stesso), ma che vale la pena visitare.
Nei pressi di Dotombori sorge la Tsutenkaku, una torre costruita agli inizi del '900 che ancora oggi simboleggia la città, anche se non è la massima espressione di bellezza. Comunque, dall'ultimo piano potrete ammirare un'altra visuale dall'alto della città molto suggestiva.
Tutta quest'area è molto turistica, quindi una passeggiata di qualche ora ve la consiglio. Potrete poi arrivare a alla stazione di Namba, gironzolare ancora e prendere il treno per la prossima meta del vostro viaggio in città.
Non lontano da Namba c'è la DenTen Town, la città elettrica (una piccola Akihabara in pratica); appassionati di elettronica e manga, fiondatevici, non ve ne pentirete!
Se viaggiate con dei bambini, allora Osaka è la città che fa per voi e una meta obbligatoria è l'Acquario Kaiyukan, uno dei più grandi al mondo e l'unico ad ospitare uno squalo balena! Dopo l'acquario, se volete potete andare alla Cosmo Tower, un nuovo grattacielo (tra i più alti di tutta l'Asia) dalla cui cima è possibile ammirare la città dall'alto nella sua interezza. Accanto a questo edificio sorge il più grande autlet alimentare che potrete mai trovare. Andate, non vi rovino la sorpresa.
A nord della città (siamo a Settsu city), c'è il Banpaku Kinen Koen, il parco che ospitò l'EXPO del 1970. Io personalmente non ci sono stato per vari motivi, anche se volevo andare, però se avete tempo una visita ve la consiglio. Unico problema è l'accessibilità, infatti è un po' lontano dal centro di Osaka e ci vuole un po' per arrivare.
Riguardo al cibo, Osaka è famosa in tutto il Giappone per la sua cucina. Non potrete lasciare la città senza aver fatto almeno una scorpacciata di Takoyaki e Okonomiyaki, i piatti più famosi insieme al Fugu, il pesce palla. Sono sincero, la prima volta che l'ho mangiato ero un po' preoccupato, perchè contiene una tossina mortale per l'uomo e solo pochi  qualificati cuochi possono prepararlo, ma se troverete il coraggio di assaggiarlo non ve ne pentirete.
Mi sono limitato a guidarvi per Osaka in poche parole, accennando ai luoghi di maggiore interesse senza approfondire troppo. Per il resto lascio a voi l'esplorazione, chissà se sarete fortunati come me e scoprirete altri e altri posti magici.
Vi assicuro che queste poche righe non mostrano che una piccola percentuale di questa stupenda città che, se la vivrete con il giusto spirito, vi darà tante e tante soddisfazioni.

giovedì 28 giugno 2012

Viaggio in Giappone: Tokyo - Guida di Ginza e dintorni

Ginza è forse uno dei quartieri più affascinanti di Tokyo. Non ha molte attrattive storiche, né luoghi che godono di particolare fama, ma l'atmosfera che regala soprattutto in un pomeriggio del fine settimana è unica. Infatti, la domenica diventa una grande area pedonale, dove poter passeggiare con tutta tranquillità, fare shopping, intrattenersi con le decine di artisti di strada e fermarsi in un cafè, magari sedendosi in un tavolo in mezzo alla strada; si perchè alcuni cafè posizionano i loro coperti nelle strade.
Il monumento storico forse più importante di Ginza è il teatro Kabuki, ma purtroppo è in ristrutturazione da un paio di anni e non sarà riaperto al pubblico prima del 2013.
Ginza è il quartiere dello shopping di lusso di Tokyo, qui potrete trovare tutti i più grandi marchi di moda e non solo, da Armani a Valentino, passando per Dolce & Gabbana.
Da visitare, sempre riguardo allo shopping, ma non solo, vi consiglio il Sony Building, un palazzo multipiano completamente dedicato alla teconologia di casa Sony. Qui è possibile sia acquistare prodotti del famoso brand, sia testare ed osservare quei prodotti che ancora non sono stati immessi nel mercato. Inoltre, all'ultimo piano potrete godere di un cinema 3D completamente gratuito.
A Ginza ci sono molti centri commerciali, tra cui spiccano il Wako e il Mitsukoshi, che non faticherete a trovare. Il Wako è un grande edificio che fa angolo tra due strade e che è sormontato da un orologio simile a una torretta. Andate anche qui e potrete provare l'esperienza del centro commerciale giapponese.
Un negozio che sono sicuro molti di voi ameranno è Itoya, una grande cartoleria che vende di tutto e di più (sempre rimanendo nel mondo della carta). Questo negozio, con l’insegna in una grande spilla rossa, vende determinati prodotti in ogni piano: dai colori alla carta giapponese washi, e potrete trovare anche simpatici oggetti per il vostro ufficio. E' facilmente raggiungibile, cercate la grande spilla rossa vicino a Bulgari, lungo la Chuo dori, nei pressi dell'uscita A13 della stazione di Ginza.
Ma Ginza non è solo shopping: ci sono diverse gallerie d'arte, soprattutto moderna e contemporanea, che periodicamente espongono lavori di artisti vari. Tra queste, una delle più importanti è senza dubbio la Nichido Garo, dove espongono anche artisti europei e americani. Situata vicino l'uscita B9 della metropolitana Ginza Line, per arrivare continuate a camminare nella stradina fiancheggiata dal Sony Building e dai palazzi in vetro di Hermes, la troverete sulla vostra destra dopo poche decine di metri (è un palazzo color rosso scuro-marrone), noterete la vetrina con alcune opere esposte.
Per mangiare, se volete provare dei tipici ristorantini giapponesi rustici, recatevi verso nord lungo la Harumi dori (all'incirca uscita C1della stazione di Ginza),  girate a sinistra all'angolo col negozio chiamato Ciro, andate sempre dritti finchè non dovrete passare sotto a un ponte. Qui ci sono diversi ristoranti e bar, a voi la scelta! Fatevi consigliare dal vostro appetito.
Nei pressi di Ginza ci sono altre diverse attrattive. Se amate l'architettura contemporanea, non potete mancare una visita al Tokyo International Forum: per arrivare, da Ginza a piedi ci vogliono circa 15 minuti, oppure scendete alla fermata Yurakucho della Yurakucho Line o della Yamanote. Dall'uscita D5 non faticherete a trovarlo. Questo edificio, ispirato a una nave, contiene migliaia di sale e viene utilizzato per i motivi più disparati. Sicuramente è un bellissimo esempio di architettura.
A pochi passi dalla stazione di Yurakucho (ma anche dalla stessa Ginza) c'è un parco molto carino, l'Hibiya koen. Se avete tempo e volete rilassarvi con un po' di verde, antate.
Sempre nei pressi di Ginza, ma un pochino più distante, c'è uno dei giardini più belli della città. Non saranno le sue dimensioni a lasciarvi stupiti, ma la sua tranquillità e natura. Questo è lo Hamarikyu-teien, raggiungibile sia con la crociera lungo il fiume Sumida sia con la metropolitana: Ginza Line o Asakusa Line, fermata Shinbashi; linea Toei Oedo, fermate Tsukijishijo. Dalle stazioni vi basterà camminare per meno di 10 minuti; se non avete con voi una mappa, chiedete al personale della metropolitana, vi indicheranno l'uscita e il percorso per arrivare. Questo era il giardino fatto costruire dalla casata Tokugawa nel XVII secolo e penso che non possa mancare una visita, benchè molti turisti lo tralasciano. L'ingresso è a pagamento, circa 300 yen, ma ne vale la pena se amate i giardini giapponesi.
A pochi passi dal giardino c'è un edificio che potrebbe riassumere ciò che il Giappone è in termini di innovazione e si, anche in pazzia (in senso buono, ovviamente). Questo è chiamato Nagakin ed è stata una idea degli anni '70 di creare degli edifici smontabili. E' molto particolare, andateci, vi divertirete, anche perchè è veramente vicino al giardino. Lo troverete facilmente, usciti dal giardino seguite la strada sulla vostra sinistra, vedrete questo palazzo cubico con un insegna rossa in cima che recita appunto Nagakin (in caratteri giapponesi).
In questa zona c'è anche il famosissimo mercato del pesce di Tsukiji. Considerato uno dei mercati ittici più grandi del mondo, è un'ottima esperienza da vivere se avete passato una nottata all'insegna del divertimento e non volete tornare in hotel. Infatti il mercato apre verso le 4 del mattino ed è possibile anche partecipare all'asta dei tonni, a patto che stiate in un angolino in rispettoso silenzio. Naturalmente la vista di tutto quel pesce vi metterà fame, e per fortuna a pochi passi dal mercato ci sono molti ristoranti specializzati in pesce, sushi e sashimi. E' difficile consigliarne qualcuno, ce ne sono tantissimi, fate un giro nei vicoletti, quando ne troverete uno che vi ispira entrate. Vi consiglio di assaggiare il sushi di Otoro, la parte grassa del tonno. Costa un po', ma va mangiato almeno una volta nella vita. Per arrivare al mercato, aspettate che partano i primi treni della Oedo Line e scendete alla stazione Tsukijishijo, uscita A1.Di fronte a voi noterete anche un grande edificio color sabbia, non è altro che la sede del Mainichi Shinbun, un popolare quotidiano giapponese.

lunedì 25 giugno 2012

Viaggio in Giappone: Tokyo - Guida di Roppongi

Roppongi è considerato il quartiere dei divertimenti per gli occidentali e forse è il posto meno giapponese dell’intera nazione, ma ciò non significa che non sia piacevole. Dal 2003, anno dell’inaugurazione del Roppongi Hills, la zona ha guadagnato molto in classe e rispettabilità.
Dal viale principale scorgerete immediatamente la Tōkyō Tower, che sorge però sulla circoscrizione di Minato. La potrete raggiungere scendendo alla stazione Kamiyachō della linea Hibiya. È possibile salire su due terrazze da cui godere di una splendida visuale della città. Nelle giornate in cui il cielo è limpido se sarete fortunati potrete scorgere anche il Monte Fuji. Ai piani bassi della torre c’è anche un piccolo centro commerciale dove comprare dei souvenir.
Se amate le spade giapponesi, allora non potrete evitare di andare al Japan Sword, un’esibizione e angolo di vendita di pregiate katana.
Roppongi Hills è una città nella città, comprende ogni genere di strutture urbane dalle architetture spettacolari. Il complesso di negozi e ristoranti è dominato dal fantastico grattacielo del Mori Art Museum.
A Roppongi potrete scegliere di trascorrere la serata nel locale che più preferite. Ci sono da quelle a ingresso libero ma con obbligo di consumazione a quelle più sofisticate (dove è d’obbligo un abbigliamento abbastanza elegante). Vi consiglio, tra gli altri, il Flower, il Muse e il Vanilla.
Come già detto, in questo quartiere sono gli stranieri (europei e americani) a 'farla da padroni'. Infatti i giapponesi che vanno in questa zona cercano spesso un contatto con gli stranieri, magari per trovare qualcuno con cui parlare inglese. Di giorno non è molto speciale, di notte invece le centinaia di locali, pub e discoteche rendono Roppongi un caos di goventù! Sinceramente è la zona che mi è piaciuta meno della città, ma la mia non è una considerazione universale.
I tre locali sopra citati sono quelli forse un po' più tranquilli. Evitate i locali di spogliarelli, dove le persone di colore faranno di tutto per farvi entrare offrendovi drink gratuiti o una visita del locale 'senza impegno'. Anche la discoteca GP Bar non è delle migliori; è vero, non si paga l'ingresso, ma se volete passare una serata in tranquillità non è questo il posto adatto, soprattutto se siete in compagnia femminile. Lo stesso vale per Gaspanic. 
La maggior parte dei locali si trovano lungo la via Gaien Higashi, facilmente raggiungibile dall'uscita 3 della stazione Roppongi della Hibiya Line e Oedo Line (rispettivamente grigia e rosa scuro). L'ingresso del Flower è subito dopo il McDonald: attraversate la stradina che fa angolo col Mc, l'edificio successivo sulla vostra destra è la vostra meta! Visto che l'ingresso costa intorno ai 3500 yen (inclusi due drink), non è una meta di tutti e la clientela spesso è una buona clientela. Nel fine settimana troverete una lunga coda per entrare, quindi vi consiglio i giorni in mezzo alla settimana. Ah, e ricordate di andare vestiti non in pantaloncini e t-shirt. 
Il Muse è un altro locale molto carino e solitamente pieno di ragazze, dove oltre alla musica ci si può divertire con biliardi e karaoke. L'ingresso è per i ragazzi 3000 yen (incluse una o due bevande), gratis per le ragazze. E' un po' più difficile da trovare rispetto al Flower, poichè non è vicinissimo alla stazione di Roppongi. Appena sarete in strada, uscendo alla 4a Exit, chiedete a qualcuno, dirigendovi verso il Mori Hills. 
Se non siete interessati a questo tipo di vita notturna, andate a Roppongi nel primo pomeriggio, visitate la Mori Tower e se volete ammirare il panorama dall'alto, andate al piano speciale con l'osservatorio, che sul calar del sole mostrerà una scena mozzafiato della città. Mori Hills è un posto molto particolare da visitare, sembra di essere in una altra città, ed è una meta ottima per lo shopping.

venerdì 22 giugno 2012

Viaggio in Giappone>Tokyo - Guida di Odaiba

Odaiba è un’isola artificiale della baia di Tōkyō, nata negli anni ’80. È una meta ideale per prendersi una pausa dalla città senza allontanarsi. L’isola si raggiunge facilmente con la crociera sul fiume Sumida, che parte da Asakusa, o con la monorotaia automatica Yurikamome dalla stazione di Shinbashi; durante il tragitto si possono ammirare splendidi panorami di Tōkyō e della baia.
Odaiba è anche un ‘quartiere’ di divertimenti e dall’architettura insolita. Gli amanti del kitsch ameranno molto la copia della Statua della Libertà e dei parchi a tema realizzati ad imitazione di Hong Kong, dell’antica Edo e dell’Italia del Seicento.
Sull’isola ci si muove con la navetta gratuita che effettua il giro dell’isola e con gli autobus rossi che passano ogni 15 minuti.
Dalla terrazza principale dell’isola noterete subito la sede della Fuji TV, progettata dal celebre architetto Kenzō Tange, con la sua struttura insolita e la grande sfera da 1200 tonnellate dove è situata anche una straordinaria terrazza panoramica. Avrete anche una suggestiva veduta della città, con il Rainbow Bridge e la Statua della Libertà; è possibile scorgere anche la Tōkyō Tower.
Sull’isola di Odaiba è presente uno dei migliori musei della città, il Museo delle Scienze Marine, dove è possibile anche giocare con barche e sottomarini telecomandati. L’ingresso è di 1000 yen, orario dalle 10 alle 18.
Altro museo molto interessante è il Museo Nazionale delle Scienze Emergenti e dell’Innovazione, con molte descrizioni anche in inglese.
Vale la pena visitare l’Aqua City e il Decks Tōkyō Beach, edifici che contengono negozi, cinema, la sala giochi della Sega Joypolis e diversi ristoranti di ogni tipo, dal giapponese all’italiano.
Per lo shopping il Venus Fort è senz’altro una meta immancabile. Ispirato alla Roma del XVII secolo, con dipinti sui soffitti che raffigurano il cielo al tramonto, il complesso ospita 170 boutique e ristoranti rivolti soprattutto alle giovani.
Non è delle migliori, ma la Ōedo Onsen Monogatari è da provare. Questo onsen riproduce una città in epoca Edo e renderà più piacevole il vostro soggiorno in Giappone.
Come detto in precedenza, a Odaiba non manca nulla. Potrete divertirvi nel parco dei divertimenti della SEGA, girare nei centri commerciali che si trovano subito vicino alla spiaggia, fermarvi e prendere un po' di sole... Anche per quanto riguarda i ristoranti, come in ogni centro commerciale  giapponese ci sono diversi tipi di cucina: francese, italiana, pizza, bisteccheria, hamburgher, sushi ecc... 
Soprattutto nel fine settimana ci sono molte persone, che cercano un po' di svago e relax lontani dal caos della città. Questo ovviamente comporta un affollamento dell'isola, ma non è poi così terribile. Inoltre nelle piccole strade è possibile assistere a spettacoli di artisti di strada. Un consiglio che posso dare è di partire per Odaiba da Asakusa in barca, facendo la mini crociera lungo il fiume Sumida. La prima e unica fermata durante il tragitto è quella dello Hamarikyu Teinen, un giardino dell'epoca Tokugawa molto bello. Quindi a voi la scelta: fare una sosta nel parco e ripartire verso Odaiba, oppure andare direttamente verso l'isola. Questa comunque è un'ottima opportunità per vedere la città da un altro punto di vista, dal fiume, con tutti i suoi ponti ed edifici. Sicuramente è una bella esperienza!
Intorno alla fine di luglio si tiene una festa nella baia principale dell'isola: vengono accese centinaia di candele di colori diversi che vanno a formare delle figure ed immagini, mentre nella baia decine di navi in stile medioevale  permettono ai turisti di ammirare lo spettacolo dei fuochi d'artificio.

giovedì 21 giugno 2012

Viaggio in Giappone: Tokyo - Guida di Ueno

La principale attrattiva di questa zona è lo Ueno-kōen, in cui sorgono anche diversi musei e gallerie d’arte che non hanno eguali in tutto il Giappone. Si raggiunge facilmente con la linea Yamanote fino alla fermata Ueno, uscita Park; usciti dalla stazione noterete una grande scalinata davanti a voi: salite questi gradini e arriverete direttamente nel parco.
La collina dove oggi sorge questo parco è stata il teatro dell’ultimo scontro per la resistenza dello shogunato Tokugawa; per questo il governo ordinò che questa area venisse trasformata nel primo parco pubblico di Tōkyō. Nonostante non sia il parco più bello della città, lo Ueno-kōen ospita il maggior numero di attrazioni. È famoso anche per essere il luogo più popolare per l’hanami di aprile e per ospitare la più grande comunità di senzatetto della città, la cui presenza è comunque difficile da scorgere. Nel parco si trova la statua di Saigo Takamori, un condottiero che capeggiò l’ultima rivolta dei samurai nel tentativo di restaurare il potere dei guerrieri alla fine del XIX secolo.
Uno dei musei da visitare assolutamente è il Museo Nazionale di Tōkyō. L’ingresso è di 420 yen ma il 2° sabato di ogni mese è gratuito. L’orario varia in base ai giorni e al periodo dell’anno, ma in genere è dalle 9 alle 17. Questo museo contiene la più grande raccolta di reperti di tutto il Giappone nonché la collezione di arte giapponese più grande del mondo. Dopo la visita al museo, potete rilassarvi con una passeggiata nel Cimitero degli Shōgun Tokugawa, alle spalle del complesso.
Altri musei che si possono visitare sono il Tōkyō Metropolitan Museum of Art, che ospita periodicamente mostre di arte contemporanea, il Museo di Scienze Naturali, il Museo Nazionale di Arte Occidentale e lo Shitamachi Museum, che ricrea la vita quotidiana del quartiere popolare di Shitamachi, “la città bassa”, che un tempo costituiva il centro di Edo. Per non spendere troppo tempo in questi grandi musei, fate una scelta in base ai vostri gusti personali.
Nel parco sorge anche lo zoo di Ueno. Il prezzo d’ingresso è di 600 yen ed è visitabile dalle 9 alle 17 tutti i giorni, lunedì escluso.
L’area di Ueno è caratterizzata da molti piccoli templi e santuari che difficilmente sono raggiungibili senza una buona guida. Nel giardino c’è il Tōshō-gū, un santuario dedicato a Ieyasu Tokugawa; è uno dei pochissimi edifici superstiti dell’antica Edo e fortunatamente sopravvissuto ai diversi disastri che hanno colpito la città.
Fuori dal parco, di fronte alla stazione di Ueno, c’è la galleria Ameyoko, un mercato molto particolare che differisce molto dagli altri della città per via dei venditori che richiamano clienti a gran voce. È individuabile grazie alla scritta ad arco rossa all’ingresso della strada e qui si possono concludere anche buoni affari.
Se si ha tempo a disposizione, vi consiglio di uscire dal parco verso ovest/nord-ovest e camminare in questa zona. Sembra quasi di uscire da una metropoli come Tokyo e di entrare in una cittadina molto più piccola. Qui ci sono anche diversi tempi e santuari, su tutti credo valga la pena visitare il Nezu Jinja, un piccolo santuario molto grazioso e caratterizzato da una atmosfera calma e serena. Per arrivare, uscite dal parco di Ueno dal lato occidentale, quando sarete nei pressi della stazione di Nezu, proseguite verso nord lungo lo Shinobazu-dori e lo troverete sulla vostra sinistra. Vi basterà chiedere e chiunque saprà indicarvelo in pochi attimi.
Come vi ho già detto, l'area nord-ovest di Ueno è piena di tempi e santuari minori ma molto interssanti,  basta camminare per scovarne diversi.
Per quanto riguarda ristoranti e locali, all'interno della stazione si trova un Hard Rock Cafè, ma attenti: se volete comprare le famose maglie con  la scritta TOKYO, non fatelo qui! Infatti le maglie vendute all'Hard Rock di Ueno riportano per la maggior parte la dicitura Uyeno-eki! Ci sono altri Hard Rock a Tokyo, non disperate se siete amanti del genere.
Una birreria molto popolare è Kirin City Ueno, la birreria del marchio di birre giapponesi Kirin (una delle mie favorite!). Per raggiungerlo, uscite dalla Hirokoji Exit, attraversate la strada e prendete la stradina che si trova proprio sul lato opposto dell'uscita, sormontata da una specie di figura geometrica triangolare, proseguite diritti per circa 200 metri e quando sulla destra vedrete un pachinko chiamato Passage siete arrivati: sul lato opposto c'è un'insegna verticale e tra i nomi dei vari locali c'è anche il Kirin City. 
Per mangiare, fatevi un giretto a Ameyoko Arcade, la piccola strada di fronte alla stazione, qualcosa da mangiare lo troverete di sicuro.

mercoledì 20 giugno 2012

Viaggio in Giappone: Tokyo - Guida di Akihabara

Chiamata anche Akiba, questa zona è il centro della tecnologia giapponese e degli anime. 
Il caos di questo quartiere, soprattutto nel fine settimana, è forse unico nella città, ma impazzirete davanti ai tanti negozi di elettronica, di giocattoli e alle sala giochi. Forse potrebbe risultare stressante ascoltare le urla dei commessi dei negozi che cercano di accaparrare clienti, ma anche questo fa parte dell'atmosfera di Akihabara. Non è importante seguire un particolare itinerario, basta fare una passeggiata per le vie di Akihabara e preparare i vostri portafogli. Procuratevi una guida del quartiere nei centri turistici. Cercate soprattutto Asobicity, un grande negozio che vende ogni tipo di giocattoli. Per raggiungerlo, uscite alla Electric Town Exit, andate a sinistra, verso il Club Sega (anche qui una visitina fatela se avete tempo, tanto è di strada!), attraversate la strada sul lato del Club Sega, e proseguite verso destra; se voltate alla prima stradina a sinistra, noterete in fondo un'insegna rossa: è quella di Asobit City! Qui potrete trovare tantissimi tipi di giocattoli e non, tutto legato al mondo degli anime. Caratteristico è l'ultimo piano, dove sono esposti tutti i pezzi per formare delle bambole personalizzate, di cui soprattutto gli uomini sono appassionati (lo noterete dalla clientela del reparto).
Il primo e più grande Gundam Cafè si trova proprio ad Akihabara, quindi se volete pranzare o cenare oppure soltanto bere qualcosa e siete appassionati del genere, non potete non andarci! L'uscita è sempre quella Electric Town Exit, una volta qui basterà chiedere a qualsiasi passante dove si trova il Gundam Cafè (a causa delle ovvie difficoltà linguistiche, è sufficente anche dire solo il nome del bar) e in pochi minuti arriverete!
Se invece che girare a destra, continuate a camminare a sinistra del Club Sega, arriverete davanti a una salagiochi multipiano della Sega. Qui, a differenza della prima dove ci sono quasi solo UFO Catcher, ci sono tanti e tanti videogiochi! Sarà divertente cimentarsi in un 1VS1 con un giapponese! Non è difficile da trovare, vedrete subito le insegne sul palazzo. Ancora, se vi piacciono questo tipo di intrattenimenti, proseguite verso la destra del Club Sega e troverete un Taito Station, simile al Club Sega.
Altra meta immancabile soprattutto per i grandi fan del mondo degli anime è il Tokyo Anime Center. Il nome è tutto un programma, quindi non vi anticipo nulla, ma consiglio anche a chi non è appassionato di anime di andare. Si trova nello stesso grande edificio che ospita anche il Gundam Cafè, lo Akihabara UDX, entrate e lo troverete al 4° piano.
In zona ci sono anche diversi Maido Cafè, dei bar-ristoranti dove verrete serviti da ragazze in costume Maid Girl, con indosso abiti da cameriera un po' ottocenteschi, pieni di pizzi. Queste ragazze vi accoglieranno con le loro vocine stridule, ma state tranquilli, per lavorare in questi locali devono essere ragazze molto ben educate e saper fare il loro lavoro. Se siete amanti del mondo degli anime o del cosplaying potrete divertirvi molto.
Come avrete capito, Akihabara non è una meta ricca di storia, però a pochi minuti di cammino dalla stazione (sempre Electric Town Exit) sorge il Kanda Jinja. Qui intorno al 15 maggio si tiene il Kanda Matsuri, un festival che richiama migliaia di persone da tutto il paese. Quindi se vi trovate a Tokyo in quel periodo potrebbe essere una buona idea per partecipare a uno dei maggiori festival della città.

Viaggio in Giappone: Tokyo - Guida di Shinjuku

Shinjuku è forse il quartiere che in pochi attimi da al visitatore un’idea della vastità di Tōkyō e della sua vita frenetica. La stazione di Shinjuku è la più grande di Tōkyō, oltre che snodo principale dei trasporti, con un flusso giornaliero di oltre 3 milioni di passeggeri. È molto difficile orientarsi al suo interno a causa della gran folla, delle luci e delle centinaia di insegne; tenete perciò costantemente d’occhio le indicazioni.
A Shinjuku è possibile visitare l’Hanazono Jinja, un piccolo angolo di quiete e verde nel caos del quartiere. È molto piacevole visitare questo santuario la sera, quand’è illuminato. Altro luogo di relax è lo Shinjuku Gyōen, un parco che ospita giardini giapponesi e occidentali, con una serra piena di piante tropicali e un laghetto pieno di carpe giganti.
I tre grattacieli in scala che vedrete sono il famoso Park Hayatt Shinjuku, l'hotel di lusso dove tra l'altro è stato girato il film 'Lost in Translation'.
Kabukichō è il quartiere a luci rosse di Tōkyō: noterete subito le vistose insegne al neon di club di appuntamenti e Soapland (dei centri di 'massaggi'). I giapponesi ritengono questa zona molto pericolosa, ma non fatevi intimidire, basta adottare le solite precauzioni dettate dal buon senso.
Vi consigliamo anche di visitare il Tōkyō Metropolitan Government Offices, un grattacielo con due torri progettato da Kenzō Tange e sede dell’amministrazione della città. Arriverete nella sottostante Citizen’s Plaza a forma di anfiteatro e rimarrete colpiti da questa architettura e dalla complessa simmetria delle due torri. A questo punto, anche perché è gratuito, è d’obbligo salire sulle terrazze panoramiche delle torri a 200 metri di altezza, per ammirare la splendida vista della città che offrono; potrete ammirare il Park Hayatt, la torre dell'orologio di Shinjuku e tutti gli altri grattacieli dell'area. Di notte è molto suggestivo, ma anche durante il giorno potrete osservare anche i posti più lontani della città. 
Shinjuku è un ottimo luogo per fare shopping e potete recarvi nel negozio di elettronica e fotografia Bic Camera (presente anche a Ikebukuro, Shibuya e Akihabara), da Don Quijote, il regno degli oggetti bizzarri che merita una visita (ci sono Don Quijote anche in altre zone della città) o da Tōkyū Hands, una versione più raffinata del Don Quijote presente non solo a Shinjuku ma in tutta la città. A Shinjuku c’è anche una delle filiali di Yodobashi Camera, una catena di negozi che vende ogni tipo di tecnologia: dalle telecamere alle fotocamere, anche di seconda mano e a prezzi molto competitivi.
Ma Shinjuku è anche un ottimo luogo per gustare della buona cucina giapponese e internazionale. Immancabile è una sosta al Keika Kumamoto Ramen, uno dei ristoranti di ramen più famosi al mondo. Vi consigliamo anche Daidaya, ristorante di cucina fusion dove la gastronomia moderna internazionale è unita a quella tradizionale giapponese.
I divertimenti non mancano di certo in questo quartiere vivo 24 ore al giorno. Ci sono molti bar (intesi non all’italiana, ma come locali in cui sorseggiare qualcosa, ascoltare musica live e ballare) per ogni gusto, tra cui diversi Gay bar. Vi basterà girare nelle stradine per trovali. Se invece non volete passare la serata in un locale, c’è una grande sala giochi che noterete per la grande insegna su un lato di una piazza subito dentro alle stradine del quartiere. Se amate il genere, difficilmente ne uscirete prima di un paio d’ore.
Un locale molto piacevole per passare una serata sorseggiando dei buoni distillati in compagnia di musica jazz è senza dubbio il Bar Hermit East. Rimarrete molto colpiti dalla presentazione del locale e dalle bevande. Si trova sul lato est della stazione di Shinjuku,  a pochi minuti a piedi uscendo dall'uscita Est, vicino allo Yodobashi Camera, lo troverete leggendo il nome in bianco e nero sull'insegna verticale dell'edificio di fronte a un grande granchio rosso. 
Altro locale particolare è il Bar Plastic Model, di chiara ispirazione anni 80. Il Dj sceglierà musica di ogni tipo dai centinaia di vinili disponibili, uno dei ragazzi che lavorano nel locale vi sfiderà a risolvere il famoso cuko di Rubik e gli schermi dell'epoca vi mostreranno i migliori videogiochi della storia. Dall'uscita Est, dirigetevi verso la Golden Gai, lo troverete in una stradina piena di locali vicino allo Hanazono Jinja.
Proprio in questa zona, la Golden Gai, potrete trovare i locali più disparati; elencarli è arduo, ma vi basteranno pochi minuti per rendervi conto che ovunque entrerete potrete rimanere soddisfatti. Mi raccomando, ovunque andiate, non solo a Shinjuku, non entrate nei locali 'per adulti', voci di corridoio li definiscono forse l'unico vero pericolo dell'intera città!

venerdì 4 maggio 2012

Viaggio in Giappone: Tokyo - Guida di Shibuya

Shibuya è il centro della cultura giovanile di Tōkyō. Qui potrete trovare ogni tipo di locale, negozio o ristorante. 
Nelle strade di Shibuya noterete senz’altro le mamba, ragazze abbronzatissime con i capelli ossigenati che sono uno dei tanti elementi della cultura gyaru.
Questa zona di Tōkyō è ricca di luoghi famosi da visitare. Appena uscirete dalla stazione di Shibuya (raggiungibile con le linee Hanzōmon, Ginza e Yamanote, uscita Hachikō) vi troverete davanti la statua di Hachikō, il cane più famoso del Giappone; è davanti questa statua che i giapponesi, e non solo, molto spesso si danno appuntamento per incontrarsi. Subito dopo vi troverete nel famoso Shibuya Crossing, con centinaia e centinaia di persone che attraversano la strada allo stesso momento. Se volete ammirare questo fenomeno dall’alto, trovate un posto a sedere sui tavoli lungo la vetrata dello Starbucks durante la sera di un fine settimana.
Nella parte nord di Shibuya sorge la Love Hotel Hill, una zona dove sorgono molti love hotel, alberghi concepiti per le coppie di innamorati che possono essere anche una comoda sistemazione per chi intende fare le ore piccole. Ci sono camere a tema con tariffe abbastanza convenienti.
Un luogo insolito potrebbe essere il Tobacco and Salt Museum, un piccolo museo dedicato ai metodi di produzione del sale nel Giappone preindustriale e che espone accendini dell’1800, pacchetti di sigarette e manifesti. Il prezzo per l’ingresso è di soli 100 yen ed è chiuso soltanto il lunedì.
Per fare i vostri acquisti avrete a disposizione un Bic Camera, vari negozi di Cisco Records (ognuno dei quali è specializzato in uno specifico genere), il Loft (come quello di Ikebukuro), il Mandarake (una grande libreria che vende manga e organizza spettacoli di cosplay), il Parco 1, 2 & 3 (tre grandi magazzini collegati tra loro che ospitano negozi di abbigliamento e mostre di arte contemporanea) e lo Shibuya 109. Quest’ultimo è il grande magazzino che vende le mode amate dai gruppi giovanili di Shibuya; ce ne sono due, uno facilmente individuabile sulla sinistra dello Shibuya Crossing e dedicato per lo più alla vendita di moda femminile (anche i clienti sono per la maggiore donne) e un altro poco distante dove poter acquistare anche abbigliamento maschile o oggetti di ogni tipo nell’Hello Kitty Store.
Procedendo per la strada principale che vi troverete davanti alla stazione di Shibuya, al primo grande incrocio sulla sinistra troverete un Disney Store con l’ingresso a forma di castello.
A Shibuya non mancano certo i divertimenti. Anche se gli stessi negozi commerciali possono risultare un’attrattiva, ci sono molti locali. Non spaventatevi, le discoteche di Tōkyō sono in generale molto tranquille. Una delle discoteche più frequentate è il Club Asia, con musica R&B e Techno. Se cercate una discoteca hip-hop o soul, andate da Harlem, dove il prezzo di ingresso include due consumazioni. Womb invece è una discoteca di musica house, techno e drum ‘n’ bass a quattro piani. All’ingresso vi sarà richiesto un documento di identità con fotografia. Ci sono molte discoteche piccole e grandi, vi basterà girare per le strade del quartiere e chiedere all’ingresso che tipo di musica c’è, oppure entrate per dare un’occhiata.
Se invece volete passare una serata più tranquilla potrete scegliere uno dei pub o bar che ci sono a Shibuya. Ce ne sono veramente per ogni gusto, dal pub inglese al bar in stile Europa del 1800. Ma nel caso in cui vogliate sentire della musica live stando seduti al vostro tavolo, Shibuya offre una altrettanto ampia scelta di locali di questo tipo. Vi consigliamo L.A. Mama, dove potrete assistere agli spettacoli live dei musicisti giapponesi di successo e di giovani artisti emergenti. Un Jazz Club molto in voga è JZ Brat, un elegante locale con un’atmosfera molto sofisticata che ospita a volte anche artisti di folk ed elettronica. Il Ruby Room è un lounge bar per i meno giovani. Si trova alle spalle del 109 e vi consigliamo di passarci una serata a bere un  buon cocktail ascoltando musica dal vivo.
Se i vostri bambini vogliono avere un po’ di svago, o magari siete voi a volerne, andate al Tōkyō Metropolitan Children’s Hall: sei piani di divertenti attività gratuite, progetti artistici e letture.
A Shibuya ci sono migliaia di ristoranti e non solo. La grande stazione ospita sul lato sud un grande centro commerciale con un’area che vende ogni tipo di cibo. Difficilmente uscirete da qui a mani e bocca vuote, garantito. Saliti sulla strada, alla vostra sinistra vi troverete un palazzo che contiene molri ristoranti, tra cui anche uno italiano. Ma il consiglio per mangiare e divertirvi è di immergervi nei vicoli della zona alla ricerca di una izakaya. A Shibuya ce ne sono di ogni tipo: eleganti, giovanili, con arredamento in stile occidentale o giapponese, con arredamento spartano… se volete andare sul sicuro, fermate un passante e chiedetegli anche in inglese di un buon posto dove  poter andare a mangiare. Ma se volete mangiare in un ristorante di cucina straniera, servitevi pure: potete scegliere dalla cucina americana a quella nepalese, passando per la messicana.
Vi elenco alcuni locali dove poter mangiare e divertirtvi allo stesso momento. 
Non potrete mancare una visita all'Alcatraz E.R., un locale simile a una izakaya dove poter mangiare e/o bere in compagnia. La particolarità di questo posto è l'atmosfera e la presentazione delle bevande e dei cibi che si possono ordinare: già all'arrivo verrete condotti al vostro tavolo in maniera completamente diversa dal solito, ovvero ammanettati! Gli interni ricordano un manicomio-penitenziario e il vostro tavolo sarà all'interno di una cella, nella quale verrete chiusi dentro. Durante la serata vengono organizzate delle finte evasioni di potenziali criminali con tanto di luci spente, urla e vari effetti sonori. I cocktail e le bevande in genere (così come i cibi) non hanno i soliti nomi, ma presentano caratteristiche un po' spallter, come spremuta di cervella e cose simili; infatti vi verranno servite nei modi più insoliti, come all'interno di un cranio (ovviamente in plastica!) oppure in delle siringhe che starà a voi versare nel vostro bicchiere. Insomma, un posto dove sicuramente potrete passare una serata divertente e diversa con gli amici. L'indirizzo è Harvest Building, 2° piano, 2-13-5 Dogenzaka, Shibuya-ku, Tokyo.  Uscendo dall'uscita 1 della stazione di Shibuya, proseguite in salita per alcune centinaia di metri, sulla vostra destra incontrerete una piccola stradina in salita che fa angolo con un palazzo rosso scuro, prendete questa strada e troverete l'Alcatraz E.R. dopo poche decine di metri. Oppure, uscite all'uscita Hachiko e dirigetevi alla vostra sinistra verso il centro commeriale 109, prendete la strada di sinistra e continuate a camminare fino alla stradina alla vostra sinistra con il palazzo rosso scuro.
Altro locale particolare è il Christon Cafè. Ce ne sono due, uno a Shibuya e uno a Shinjuku. Per quello di Shibuya, l'indirizzo è Shintaiso Bldg. No. 2 B1, 2-10-7 Dogenzaka, Shibuya-ku, Tokyo. E' un ristorante a tema cattolico e a cucina prettamente italiana, nel quale sembra di stare dentro una chiesa. Magari per noi occidentali non è così caratteristico, però vedere i giapponesi entusiasti di sedere a un tavolo simile a un altare, sotto un organo e a vetrate decorate è divertente. Per arrivare, seguite le stesse indicazioni dell'Alcatraz E.R. qui sopra, quando sulla vostra sinistra troverete un negozio della Yamaha, siete arrivati! Basterà che chiediate a qualcuno e vi indicherà l'ingresso.

Una izakaya di Shibuya che mi è piaciuta tanto è Himonoya. Vi consiglio di andarci. Per arrivare, uscite da Hachiko, al 109 prendete la strada di destra, al tabaccaio della Marlboro girate a destra, proseguite finchè non sarete costretti a girare a sinistra o a destra. Andate a sinistra, dopo alcune decine di metri incontrerete un negozio dalla grande insegna che recita 'Chococro', subito dopo c'è una piccola porta con delle corde appese. Entrate e siete arrivati.

mercoledì 18 aprile 2012

Viaggio in Giappone: Tokyo - Guida di Asakusa

Asakusa è un quartiere da visitare a piedi e con calma. Qui è possibile respirare ancora un po’ della vecchia atmosfera della Edo medioevale. Asakusa si trasformò nel quartiere dei piaceri e poi nel centro del teatro kabuki. Con l’apertura del Giappone all’occidente, è stato proprio questo il primo quartiere che ospitò le prime sale cinematografiche e gli spettacoli di spogliarello. Per visitare Asakusa basta prendere la linea Asakusa o la linea Ginza fino alla fermata Asakusa.
L’attrattiva principale è senza dubbio il tempio Sensō-ji. Il portale di ingresso di questo tempio è il famoso Kaminarimon, il portale del tuono, con ai lati le divinità del vento Fūjin e del tuono Raijin. Nei pressi del portale ci sono molti conducenti di risciò spinti a mano che portano in giro i turisti fornendo loro spiegazioni in inglese o giapponese. Superato il Kaminarimon, si entra nella via Nakamise e si va incontro a un grande mercato dove sono vendute ogni genere di cose, un ottimo posto per comprare souvenir. Il Nakamise-dōri conduce all’area principale del tempio; il grande incensiere che noterete subito serve per cospargersi di fumo, che in Giappone si crede possa restituire la buona salute.
In tutta questa area ci sono altri templi più piccoli e molti negozi caratteristici, visitabili camminando per pochi minuti. Se avete tempo e state apprezzando questa zona, vi consiglio di lasciarvi andare in una passeggiata senza meta.
Vicino all’uscita della metropolitana c’è l’Azumabashi, che attraversa il Sumida-gawa, e sull’altra sponda sorge l’Asahi Building, il centro della famosa casa produttrice di birra: la forma del palazzo, soprattutto di notte, ricorda la forma di un boccale di birra, con le sue pareti dorate e gli ultimi piani che formano la schiuma. Proprio all’ultimo piano ci sono dei ristoranti dai quali è possibile ammirare il panorama. Al tramonto la visuale è molto suggestiva, ma i prezzi sono un po' più alti della media, anche se il punto forte sono le birre.
A breve verrà aperta al pubblico una nuova torre, la Tokyo Sky Tree. Situata vicino al cuore di Asakusa, ha completato (se in bene o in peggio sta a voi deciderlo) il panorama dell'area, e dal ponte Azumabashi è chiaramente visibile. Si può raggiungere con la linea Asakusa, scendendo alla fermata Oshiage, con la linea Tobu da Asakusa (1 fermata) oppure per chi ha tempo do un consiglio: dopo aver visitato Asakusa, andate a piedi, superate lo Azumabashi, andate sempre dritti, arrivati a un incrocio con una grande strada (Asakusa dori) girate a sinistra e porseguite in questa direzione lungo lo Asakusa dori. Non faticherete molto a trovare la torre. In questa area ci sono diversi piccoli negozi e ottimi ristoranti e potrete respirare un po' di aria 'periferica'. Vi consiglio in particolare Katsukitei (l'insegna bianca e nera è scritta solo in giapponese: かつき亭), dove potrete gustare ottima carne e pesce fritti alla maniera giapponese; si trova lungo lo Asakusa dori, pochi metri dopo la stazione di Honjo Azumabashi, sul lato sinistro della strada (procedendo verso la torre), subito prima di un negozio di moto. Sempre in zona, se cercate un posto per uno spuntino rilassante o un caffè, c'è Der Koffer, un bar-caffè in stile austriaco dove è possibile mangiare e bere qualcosa. L'ambiente è grazioso e il proprietario simpatico e socievole, ve lo consiglio. Si trova sul lato della strada opposto al negozio di moto, di fronte al convenience store Lawson (è piccolino, ha un'insegna verde e fa angolo in un incrocio).
Se invece volete mangiare ad Asakusa nei pressi del Kaminarimon, ci sono due ottimi ristoranti. Uno si trova sotto ai portici sullo stesso lato del portale rosso, andando verso il ponte Azumabashi, di fronte alla scalinata dell'uscita 1 della metropolitana. L'insegna è scritta in giapponese, è bianca, ma dovreste trovarlo facilmente: basta cercare una porta di legno. L'altro è un kaiten sushi a prezzi non elevati e piccolino; uscendo dall'uscita 4 della metro, attraversate la strada sull'altro lato del ponte per intenderci, andate verso un albero che sta in mezzo al marciapiede e lo troverete subito sulla destra. Fa angolo in un palazzo bianco/grigio, i piatti costano 130 yen ciascuno e l'ingresso è una piccola porticina. Potrete cimentarvi in una gara con i vostri vicini di tavolo per vedere chi riuscirà a impilare il maggior numero di piatti!
Per lasciare Asakusa potete sia prendere la metropolitana e andare dove preferite, ma un consiglio che do spesso è di usufruire della crociera lungo il fiume Sumida: si parte dalla base sottostante il ponte Azumabashi e si prosegue lungo il fiume. È possibile scegliere il biglietto fino all’Hamarikyū-Teien o fino al capolinea, l’isola di Odaiba (parlerò di Odaiba in un altro post). Ci sono diversi tipi di nave che vi porteranno in viaggio su uno dei fiumi più importanti di Tōkyō, dal vaporetto alla nave tecnologica.
Per il resto, se avete un po' di tempo il consiglio che vi do è di girare Asakusa a piedi, senza meta, nelle stradine e nei tempi che ci sono. Non ne rimarrete delusi.
Gli eventi più famosi di Asakusa sono il Sanja Matsuri (uno dei tre maggiori matsuri shintoisti di Tokyo), che si tiene il terzo fine settimana di maggio, e l'Asakusa Samba Festival, una specie di carnevale alla brasiliana lungo le strade della zona a cui è possibile partecipare l'ultimo fine settimana di agosto, di sabato o domenica (per la data precisa è preferibile consultare il sito ufficiale dell'evento.

martedì 17 aprile 2012

Viaggio in Giappone: Tokyo


Tokyo 東京 è senza ombra di dubbio una delle metropoli più vive del globo, oltre ad esserne l'agglomerato urbano maggiormente esteso e popolato. Inizialmente chiamata Edo, la capitale del Giappone ha preso il nome di Tokyo (Capitale Orientale) con l'inizio del Periodo Meiji e ad oggi è composta da un'insieme di quartieri speciali, chiamati -ku 区, e da altre città inglobate. In particolare, i -ku sono 23 e formano il 'centro' della capitale; ognuno di questi 'municipi' ha una discreta autonomia, ma tutti devono comunque fare riferimento al Governo Metropolitano di Tokyo, con sede a Shinjuku.
La città ha molti centri di interesse culturale, architettonico, storico, sociale e pertanto richiede diversi giorni per far si che un turista riesca a visitare e vedere i luoghi più rilevanti. Spesso però il turista si sofferma sui luoghi classici e più famosi, tralasciando siti altrettanto interessanti che mostrano l'atmosfera della città e della sua cultura da un punto di vista più intimo.
La città detiene alcuni record che per i più possono sembrare bizzarri, come la stazione ferroviaria con la seconda estenzione al mondo e col maggior numero di passeggeri giornalieri (oltre 3 milioni!), ovvero la labirintica stazione di Shinjuku, o da poco la torre per le telecomunicazioni più alta d'Asia, la Tokyo Sky Tree (634 metri), che sarà aperta al pubblico entro l'estate, stando alle fonti giapponesi.
Come già detto poco fa, la città merita una visita di qualche giorno, anche perchè ogni zona ha una sua atmosfera tipica e non viverla, non lasciarsi rapire da questa significa fare un viaggio a metà.
In generale, a Tokyo non ci sono pericolo degni di nota (sempre che si mantenga un comportamento adeguato, altrimenti credo che qualsiasi posto sulla faccia della terra diventi pericoloso!), tranne per quanto riguarda madre natura. Infatti Tokyo, come tutto il Giappone tra l'altro, sorge su un'area altamente sismica, ma la città è tecnologicamente avanzatissima e anche i terremoti più forti non causano danni eccessivi. Ci si sposta in ogni angolo della città con la massima comodità grazie alla fitta rete ferroviaria e per mangiare ci sono ristoranti ovunque e a prezzi non esorbitanti. Gli abitanti in genere possono risultare un po' freddi, a volte anche un po' strambi, ma non vi preocupate, se avrete bisogno di aiuto si faranno in quattro; inoltre, se troverete chi parla un po' di inglese o ancora meglio italiano, si impegneranno al massimo per mostrarvi la loro conoscenza linguistica! Scordatevi i piccoli furti... per noi italiani viaggiare nella metropolitana senza l'ossessione di dover fare attenzione a borseggiatori di vario tipo è sbalorditivo!
Il periodo migliore per recarsi a Tokyo è la primavera, quando le pioggie sono meno costanti, le temperature miti e gli alberi di ciliegio in fiore; attenzione però al periodo che va dalla fine di aprile alla prima settimana di maggio: è il periodo della Golden Week, una settimana di vacanza durante la quale quasi tutti i giapponesi si mettono in viaggio. Le conseguenze sono alberghi pieni e prezzi di alta stagione. Anche l'autunno è un ottimo periodo, perchè come la primavera è abbastanza secco e non troppo freddo, con la natura che cambia colore, passando dal verde-giallastro dell'estate a un bellissimo color rosso. L'estate è calda e molto umida e i temporali improvvisi non sono rari.
Nei post successivi cercherò di introdurre le varie zone singolarmente, cercando anche di attingere alle mie esperienze per darvi dei consigli su quei luoghi lontani dai comuni itinerari turistici.

domenica 15 aprile 2012

Hanami, i Ciliegi in Fiore

Hanami 花見 letteralmente significa “Guardare i fiori”; è una tradizione giapponese che consiste nell’ammirare i fiori di ciliegio, i famosi sakura 桜, durante la loro fioritura. Essendo un Paese che si sviluppa in latitudine più che in longitudine, in Giappone gli alberi di ciliegio fioriscono in periodi diversi nelle varie regioni: si inizia già a febbraio ad Okinawa e gli ultimi boccioli appaiono nell’Hokkaidō a maggio. L’importanza attribuita dal popolo giapponese a questo evento è testimoniata dai canali televisivi meteorologici che ogni anno si sfidano per indovinare i giorni in cui avverrà la fioritura nelle varie regioni del Paese. Da queste previsioni dipende gran parte del turismo giapponese, poiché le persone aspettano queste notizie per prenotare le loro partenze.
Questa è una tradizione centenaria iniziata nel periodo Nara (710-794), quando si ammiravano i fiori di pruno, ma dal successivo periodo Heian (794-1185) prevale il gusto per i fiori di ciliegio. Su questo cambiamento è stata tramandata una storia molto commovente: all'interno del Palazzo Imperiale di Kyōto (l'antica capitale) vi erano due grandi alberi chiamati "Sakon no sakura" (左近の梅, il ciliegio di Sakon) e "Ukon no tachibana" (右近の橘, l'arancio di Ukon). Originariamente al posto dell'albero di ciliegio c'era piantato un pruno. Durante il regno dell'Imperatore Murakami (946-967) quest'albero venne distrutto da un incendio. Un servo dell'Imperatore ordinò a sua figlia di donare il suo pruno preferito per rimpiazzare quello bruciato. Per esprimere il dispiacere nel dover dar via il suo albero preferito la ragazza scrisse una poesia che commosse a tal punto l'Imperatore Murakami che questi decise di restituire l'albero alla fanciulla e di sostituirlo nel cortile del Palazzo Imperiale con un albero di ciliegio. Da qui in avanti il fiore del ciliegio sostituì come immagine di bellezza poetica il fiore del pruno e quando si scriveva "hana" si aveva in mente il "sakura".

Il termine Hanami col significato odierno appare per la prima volta del romanzo Genji Monogatari, scritto intorno all’anno 1000 dalla dama di corte Murasaki Shikibu. Proprio in questa epoca, chiamata periodo Heian, la corte imperiale era solita organizzare feste durante la fioritura dei ciliegi e i sakura diventarono uno dei temi centrali della poesia giapponese. Inizialmente era una tradizione che apparteneva esclusivamente alla nobiltà, ma dal periodo Ashikaga anche i samurai impararono ad apprezzarlo e nel periodo Edo (1604-1868) tutta la popolazione si recava nei parchi per banchettare e divertirsi. I samurai in particolare si sentirono strettamente legati al fiore di ciliegio per via di una frase contenuta in una famosa opera teatrale del XVIII secolo: "Hana wa sakuragi, hito wa bushi" (花は桜木人は武士), ovvero "tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il samurai".

E’ importante però considerare che non sempre la fioritura dei ciliegi è stata vista come un evento positivo e benevolo. Infatti, benché oggi la fioritura dei ciliegi è vista come un simbolo di purezza, esiste una tradizione popolare che collega i fiori di ciliegio a episodi di morti cruente. Questo aspetto oggi non è molto conosciuto poiché dal periodo Edo l’Hanami è al centro della vita dei giapponesi e questa tradizione ‘negativa’ si è un po’ persa.

Tradizionalmente, la città di origine dei sakura è Yoshino e sappiamo che anche l’Imperatrice Jito (645-702) vi si recava per ammirarli.

Il sakura è l’emblema del Mono no Aware, la consapevolezza che tutto prima o poi finirà, una qualità estetica che ha stimolato la cultura giapponese per secoli. Infatti il fiore di ciliegio fiorisce, si mostra in tutta la sua bellezza ma in pochi giorni appassisce e cade dal ramo.
L’Hanami ha un’antica tradizione e ancora oggi, durante i giorni in cui i ciliegi sono in fiore, le persone si recano nei parchi per godere della compagnia dei sakura mentre si mangia, si beve, si canta e ci si diverte all’ombra degli alberi fioriti. Immancabili durante questo evento sono birra, sakè e i dango, tipici dolci giapponesi.

L’Hanami non si svolge soltanto durante il giorno: infatti nei parchi più grandi, come lo Ueno kōen di Tōkyō o il castello di Himeji, vengono accese delle lanterne per permettere alle persone di trascorrere del tempo tra i sakura anche durante la notte; questo viene chiamato Yozakura, “sakura di notte”.

La tradizone dell’Hanami è molto importante, ma molto spesso viene considerata soltanto un modo per fare soldi o per divertirsi; a testimonianza di questa tendenza, c’è un famoso proverbio giapponese che recita “花より団子 hana yori dango”, che significa “i dango piuttosto che i fiori”, a dimostrazione che la gente è più interessata a bere e a mangiare piuttosto che ai fiori, quindi più ai beni materiali che all’estetica. Nonostante si sia persa parte della tradizione antica, rimane un momento molto importante per la vita dei giapponesi. Non è soltanto un occasione di svago dalle pressioni lavorative, ma anche un’ottima opportunità per trascorrere del tempo con amici o parenti.

Di recente sta aumentando la popolarità di questo evento in tutto il mondo, soprattutto in Italia, dove in diverse città sono stati appositamente piantati alberi di ciliegio giapponesi. Uno degli appuntamenti che da qualche anno attira tutti gli amanti della cultura nipponica è lo Hanami al Laghetto dell'Eur, a Roma. Una atmosfera molto rilassante circonda gli alberi in fiore e tutti coloro che vi si recano. E' difficile prevedere con esattezza il periodo di fioritura dei ciliegi, ma le ultime due settimane di marzo in genere sono il momento migliore per organizzare un pic-nic alternativo.

Il Tatuaggio Giapponese Irezumi: Storia, Significato e Simbologia

In Giappone il tatuaggio è comunemente chiamato irezumi 入れ墨, “inserire inchiostro nero” o horimono 彫り物, “incidere qualcosa”. I due termini in passato non erano sinonimi, ma indicavano due tipi particolari di tatuaggio: gli irezumi erano i tatuaggi dei criminali, mentre gli horimono erano i tatuaggi fatti per gusto personale. Oggi i due termini hanno lo stesso significato, anche se il termine horimono è considerato più educato.

Non sappiamo esattamente quando sia iniziata la pratica dell’irezumi, ma si è concordi a datare la nascita del tatuaggio giapponese nel VI secolo a.C., epoca a cui risalgono le haniwa, statuine di terracotta rinvenute all’interno delle tombe Kofun nella regione del Kinki (che corrisponde approssimativamente all’odierno Kansai). Le haniwa mostrano evidenti segni di tatuaggio sul volto e, visto che la loro funzione era di accompagnare il defunto nell’aldilà, si pensa che i tatuaggi avessero un fine religioso. Ci sono anche teorie secondo le quali il tatuaggio giunse in Giappone dalle culture polinesiane.

Una delle più antiche certificazioni che abbiamo riguardo all’irezumi è contenuta nell’antologia imperiale Nihon Shoki (720 d.C.), in cui si narra che l’Imperatore Richū ordinò di tatuare di nero la zona vicina all’occhio destro della salma di un capo clan traditore della corte.

La pratica del tatuaggio come punizione venne introdotta in Giappone con molta probabilità dalla Cina dei Tang nel VII secolo, momento in cui il Giappone si aprì al continente e importò gran parte della cultura cinese. I tatuaggi punitivi erano dei marchi indelebili sulla pelle del criminale che lo isolavano dal resto della comunità e solitamente erano delle strisce nere sulle braccia o addirittura l’ideogramma di “cane” sulla fronte.

All’inizio del periodo Tokugawa il tatuaggio ebbe un grande impulso artistico collegato alla nascita della nuova cultura del divertimento e dei quartieri di piacere: in questo contesto i tatuaggi divennero un emblema dei sentimenti d’amore, anche tra prostitute e clienti, e nacque la pratica dell’irebokuro入れ黒子, “applicazione di un neo”: i due innamorati si tatuavano un punto nero sulla mano a metà strada tra l’attaccatura del pollice e il polso. In questo modo, quando si sarebbero stretti la mano, la punta del pollice dell’uno avrebbe toccato il neo tatuato dell’altra e viceversa.

Sempre collegato all’amore era il kishibori, un voto sottoforma di tatuaggio che consisteva nel tatuarsi il nome dell’amato/a insieme all’ideogramma di “vita”. Il tatuaggio poteva essere rimosso insieme al voto con l’applicazione di moxa e una gran dose di dolore. La pratica dell’irebokuro venne soppressa dal regime militare dei Tokugawa, che combatteva ogni tipo di individualità.

Fino al 1750 il tatuaggio cadde in disuso, ma da questo periodo i giapponesi ritrovarono un profondo interesse per i tatuaggi, interesse che si è tramandato fino ad oggi. L’opera di grandi artisti dell’epoca contribuì senza ombra di dubbio a questo processo: all’inizio del 1800 venne pubblicata “La nuova edizione illustrata del Suikoden”, arricchita da illustrazioni di Katsushika Hokusai. Questa opera si rifà a un’opera cinese, dove un gruppo di briganti-eroi si ribellano contro la corrotta burocrazia; alcuni dei personaggi avevano dei tatuaggi sul proprio corpo. Hokusai rappresentò in modo così vivido i tatuaggi di questi banditi-eroi che i giapponesi ne rimasero estasiati al punto da dar vita a una nuova diffusione dell’irezumi, che sembra sia stata causata proprio dalla voglia di emulare i personaggi del Suikoden.

Strano a dirsi, un altro fattore fondamentale per la nuova diffusione del tatuaggio fu la creazione del famoso corpo dei pompieri di Edo (l’attuale Tōkyō). Questi dovevano controllare costantemente la città contro gli incendi, un grosso problema della città, e grazie alla loro attività rappresentavano dei valori molto simili a quelli della cavalleria che anche i personaggi di Suikoden condividevano. Quindi, con l’intento di emulare questi eroi, anche i pompieri si fecero tatuare: i loro tatuaggi coprivano tutto il corpo, all’infuori di mani, testa e piedi, ed i temi rappresentati erano di solito simboli di acqua (ad esempio la carpa o il dragone) come buon auspicio per sottrarsi ai pericoli del lavoro. Successivamente la moda di tatuarsi si diffuse anche tra gli artigiani che, in base all’attività che svolgevano, sceglievano sontuosi tatuaggi per distinguersi. Lavorando spesso svestiti, gli artigiani lanciarono nuove mode con tatuaggi che sempre più spesso condividevano i temi con le stampe Ukiyo-e che raffiguravano scene dei quartieri di piacere.

Nel XIX secolo nacque l’iconografia dell’irezumi come la conosciamo oggi: venivano coperti tutta la schiena, i glutei fino a metà coscia, il petto non era tatuato nella parte centrale. Il tatuaggio assume così il valore di una vera e propria opera d’arte, un qualcosa di più della semplice rappresentazione degli artigiani. Ma proprio durante questo secolo il tatuaggio giapponese conobbe una nuova crisi, poiché veniva considerato un fenomeno non idoneo alla morale pubblica, e venne prescritto. L’apertura del paese all’Occidente fu un altro duro colpo per quest’arte: l’irezumi venne ancora una volta prescritto, ma stavolta perché si temeva che lo sfoggio dei costumi autoctoni potesse apparire ridicolo agli occidentali. Ma ironicamente i maestri dell’arte del tatuaggio, ormai disoccupati, trovarono una nuova ed inaspettata clientela: gli stranieri. Il grande Maestro Horichō tatuò, tra gli altri, importanti personaggi come il duca di York (fururo re Giorgio V) e il futuro Zar Nicola II.

Soltanto in seguito alla Seconda Guerra Mondiale il tatuaggio divenne legale, ma ormai il periodo di maggior splendore di questa arte era già un ricordo.

Il Maestro tatuatore utilizza vari tipi di hari, l’ago, che variano da punta a singolo ago a punta a trenta aghi. Sono fissati in un’impugnatura che può essere in legno, avorio o bambù e legati a questa con un sottile filo. Per le linee di contorno vengono usati due o tre aghi, per l’ombreggiatura invece viene utilizzata un’impugnatura più grande che monta fino a trenta hari. Tra i colori, il più importante è senza dubbio l’inchiostro nero India, detto sumi, impiegato per le linee di contorno. Altri colori largamente usati sono il rosso, l’indaco, il giallo e il verde; combinando questi colori si ottengono vari effetti di ombreggiatura.

Molte delle tecniche utilizzate nell’arte del tatuaggio sono identiche a quelle che venivano impiegate dagli autori di stampe: un sistema di linee tracciate e ampie zone di colore. Una volta deciso il soggetto da tatuare, vengono prima tracciate con un pennello le linee del disegno sul corpo, poi si ripassano queste linee con gli aghi, dando vita così al tatuaggio. Quando inizia il suo lavoro, il Maestro appoggia la sua mano sinistra sulla parte del corpo da tatuare, tenendo un pennello e tirando la pelle. La mano destra invece impugna gli aghi legati all’apposito manico. Con questo procedimento gli aghi, prima di bucare la pelle, passano attraverso i peli del pennello, bagnandosi di inchiostro. La pelle viene così punta con gli aghi intinti di colore a una velocità che può arrivare fino ai 120 colpi al minuto.

Il metodo giapponese è uno dei più complicati e controllati del mondo: queste caratteristiche non sono dovute soltanto alle tecniche ma anche al complesso cerimoniale a cui sia il Maestro che il cliente devono attenersi: tutto inizia con una visita del cliente a casa del Maestro, che può accettare e rifiutare la richiesta. Infatti i rifiuti sono molto diffusi perché i Maestri non vogliono assolutamente creare opere che possano rendere la loro arte inferiore.

Si dice anche che la pratica giapponese sia molto dolorosa: per tatuare alcune parti del corpo, come inguine, ascelle o pene, alcuni Maestri mischiavano della cocaina nel colore come anestetizzante.

Tutti i tatuaggi, più o meno, hanno un significato che rappresenta qualcosa per chi lo porta. Nei tatuaggi giapponesi purtroppo spesso l’effetto estetico finale colpisce più del suo vero significato. Il repertorio di immagini è abbastanza ristretto e l’iconografia si limita alla rappresentazione di elementi della natura, motivi religiosi, rappresentazione di eroi e figure del folklore popolare.

La flora è comunemente ristretta alla rappresentazione di peonie, aceri e sakura. Non si sa bene il vero significato di questi elementi, ma si pensa che abbiano soltanto un valore decorativo. Questo discorso non vale per il sakura, che in Giappone è il simbolo della vacuità in ogni genere di arte. Chi porta il fiore di ciliegio esprime la propria armonia con la natura delle cose. La sua pelle è fragile come i petali di ciliegio ed egli ne è consapevole.

Uno degli animali più rappresentato è la carpa; nel tatuaggio giapponese, la carpa che risale la cascata viene realizzata molto spesso sulla schiena. Altro tema popolare è il drago, che rappresenta gli opposti dell’acqua e del fuoco e si pone come una sorta di conciliazione di opposti, lo yin e lo yang, la cui sola esistenza simboleggia un qualcosa di completo. Il drago viene realizzato in varie posizioni (supino, in volo) che simboleggiano diversi significati, come energia, metamorfosi…

La religione è una parte integrante dell’irezumi. Le raffigurazioni religiose includono preghiere in sanscrito, cinese o giapponese e appaiono sulla schiena. Bisogna considerare che non troveremo mai rappresentata una grande divinità come il Buddha, ma sempre kami dello Shintoismo, entità minori come boddhisattva o i due Niō (guardiani forti e spaventosi che allontanano le entità maligne). Chi si tatua i Niō desidera essere proprio come loro, potente e difensore della fede. Sempre in ambito religioso, altro tema molto ricorrente è Kannon.

Oltre ai già citati personaggi del Suikoden, nel tatuaggio giapponese c’è un altro tema del folklore molto ricorrente: Kintarō, un eroe della tradizione che viene quasi sempre raffigurato insieme a una carpa. Entrambi simboleggiano una grande forza e Kintarō, molto forte benché piccolo di statura, è molto popolare tra i giapponesi, che vi si rispecchiano.

E’ importante considerare sempre che una delle maggiori fonti d’ispirazione per l’irezumi è il mondo dell’Ukiyo-e.

Uno dei più grandi Maestri giapponesi ancora in vita è Horiyoshi III, nato nel 1946 e che vanta un’innumerevole serie di pregiati lavori. Il suo nome di battesimo è Yoshihito Nakano, ma divenne Horiyoshi III grazie a Horiyoshi II, il figlio del grande Maestro Muramatsu Yoshitsugu, detto Shodai Horiyoshi, forse il più grande tatuatore dell’epoca contemporanea. Horiyoshi è un titolo onorifico che rimanda subito al mondo dei tatuaggi, dove hori significa ‘incidere’, come nella parola horimono.

Il suo interesse per l’irezumi nacque proprio dopo aver visto uno yakuza completamente tatuato. I lavori sono realizzati a libero gusto del Maestro e quindi il cliente non ha molta voce in capitolo, possono arrivare a costare migliaia di euro e richiedono anche diversi anni per essere completati.

Fortunatamente Horiyoshi III ha un erede, il figlio Kazuyoshi Nakano, che diventerà Horiyoshi IV, ma ancora è soltanto un apprendista. Se ci si reca a Tōkyō e si vogliono ammirare alcuni lavori di Horiyoshi III, un luogo da visitare assolutamente è il “Museo del Tatuaggio” di Yokohama.

Oggi il tatuaggio in Giappone è spesso associato all’idea di yakuza: sono proprio i membri della cosiddetta “mafia gialla” a portare grandi tatuaggi su tutto il corpo, quasi come segno di riconoscimento. Per questo motivo, nonostante molti giovani si fanno tatuare solo per gusto, in molti bagni pubblici o terme giapponesi non è consentito l’ingresso a persone tatuate.

Purtroppo l’antica arte dell’irezumi si sta via via estinguendo, poiché i maestri che conoscono le antiche tecniche stanno scomparendo e i giovani preferiscono utilizzare macchinari moderni; ben presto i pochi maestri rimasti moriranno e l’arte dell’irezumi si estinguerà per sempre.